lunedì 27 agosto 2012

Dialogo con l'onnipotente e gli parlo di matite.

Crea post(o).


E insomma, mica sarebbe male crearsi un posto. Dai no, non sono megalomane. Ok, ho qualche delirio di onnipotenza al momento. Ma sai cosa, Dio? Ah sì, prima di tutto mi spiace che non esisti. Beh, un peccato davvero. Dicevo, hai sbagliato tutto. Sul serio.

Perché ci hai fatti così? Perché ci hai fatti coi sentimenti? Perché ci hai fatti coi complessi? Perché ci hai fatti?


... Perché non siamo fatti?, chiederebbe qualcuno.

Beh ad ogni modo, le gomme sulle matite, come disse il mio mentore Lenny, le han fatte perché tutti sbagliano. Che aspetti?

domenica 19 agosto 2012

It's not an empire.

Angelo di Carlo è morto oggi dopo otto giorni di agonia a causa delle ustioni riportate in seguito al suo non troppo discusso gesto di protesta. Era un operaio disoccupato e lo scorso 11 agosto si era dato fuoco davanti a Montecitorio. Si era cosparso di un liquido infiammabile, una scintilla dall'accendino e via.
Si aggiunge quindi un altro nome alla lunga lista di suicidi per protesta, per sfinimento. Dall'inizio del 2012, infatti, sono trentadue gli imprenditori che a causa della crisi si sono tolti la vita. 

La cosa che mi sconvolge di più è il silenzio in cui questi gesti avvengono. E che ne segue. Titoletti da giornale. Qualche dichiarazione dei politici, se va bene e poi basta. Inghiottiti dal nulla.

sabato 18 agosto 2012

L'impegno nel non amore.

Non penso ci sia qualcosa di più brutto di non avere qualcuno di cui scrivere.
Ora potrei andare in strada, rifugiarmi in una libreria, innamorarmi di qualcuno di cui non conosco il nome ma sai cosa? Il problema è che non voglio. 

Sento che non voglio più adattarmi, non voglio più giustificare nessuno per i suoi sbagli, per il suo non essere come va bene a me. Non voglio più prendere qualcuno e renderlo l'idea che io voglio lui sia. Qualcosa lo merito anche io, no? Almeno nell'amore. E se non arriva, aspetterò. Per passare il tempo non ho bisogno di qualcuno che mi baci. Posso disegnare, posso scrivere cose come questa, posso uscire con gli Alt-j tutti sparati nelle orecchie, e camminare da sola cercando di riparami un po' sui marciapiedi all'ombra. Le miei notti insonni lo so passare benissimo per conto mio e poi, diciamocelo, devo ancora finire la maggior parte dei compiti delle vacanze. Ho i miei libri, ho gli amici, ho i film, ho la musica. Perché voi vi impegnate così tanto a innamorarvi?

Pesciolini rossi e disegni

Io lo so che non vi sto cagando nemmeno un po' ma vogliatemi bene, un po' vivo anche io.
Sto scherzando.
Sono occupata a disegnare. Sì, ho iniziato finalmente a disegnare.
Nel frattempo vi lascio i miei pesciolini rossi al lato della pagina. Non fatemeli morire, che devono magnà!

sabato 11 agosto 2012

Mettetevi sotto il tetto perché stasera le stelle vi cadono addosso.


 Per fortuna che c'è la notte di San Lorenzo, se no non avremmo la scusa di metterci in terrazza con un bicchiere di latte e menta per guardare il cielo. 

Ieri sera ho capito qualcosa di importante: ci sono cose che solo a te potrei dire. E non so se c'è qualcuno che mi conosce meglio quando io ti dico dove voglio andare e tu scoppi a ridere «Dai su, chi c'è lì?» e te lo devo dire per forza, chi c'è lì.
E sicuramente il futuro fa meno paura quando lo racconto a te.  Amicizia non ha altro nome se non il tuo.

giovedì 9 agosto 2012

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In questo periodo niente ha più un senso. Nemmeno quello che non voglio sentire.

sabato 4 agosto 2012

Noi siamo egocentrici come i gatti scappati dai condomini.



(Oggi è un di quei giorni mannaggialccazzo. 
Credo di non essermi ancora svegliata del tutto, ho la testa pesante e le idee ingombranti.)


Penso che la maggior parte di chi si svaluta lo faccia nonostante la propria sicurezza. Voglio dire, c'è sempre quella maledetta ragazzina taglia 38 che sente proprio il bisogno di comunicarti sulla sua bacheca quanto si senta grassa. E le palle girano a chiunque a elicottero. Ma forse non è poi così tanto da condannare.
Voglio dire, ognuno ha bisogno delle sue certezze. Alcuni le cercano nelle rassicurazioni degli altri. Io di sicuro non ho proprio niente e non voglio niente. 
Se hai qualcosa di certo stai pur sicuro di perderlo.

giovedì 2 agosto 2012

Essere capiti vuol dire fare i conti con la realtà.





Oggi mi hai detto che sono una persona dolce solo per cinque giorni al mese.
Devo dire che è bello che per la prima volta qualcuno abbia capito veramente qualcosa di me. E comunque, sarò anche una stronza di prima categoria e hai anche ragione, ma alla fine sei ancora qui.
Non con me, semplicemente qui. Io ci sono, ogni tanto. Quando capita.

mercoledì 1 agosto 2012

Trauma infantile #2: il gatto mangiato dal dragone.

Niente, volevo dirvi che oggi mi sento come il video in HQ sparato a tutto volume nelle cuffie del live al Coachella '12 dei Monkeys. Prendete e bevetene tutti. Non è il mio sangue, ma ci si sbronza uguale: http://www.dailymotion.com/video/xq7wri_arctic-monkeys-full-coachella-set-2012_music

Trauma infantile #2: il gatto mangiato dal dragone. 
Quand'ero piccola la mia vicina aveva un gatto grigio. Stravedevo per quella palla di pelo tanto che avevo chiamato anche un mio peluche come lui: Leo. Leo si arrampicava sul balcone di casa mia e ricordo che la notte in cui stavamo per partire per le vacanze col nostro camper era entrato in camera di mia madre (la quale aveva urlato come una disperata davanti a due occhi illuminati al buio. Satana, mamma. Hai chiaramente visto Satana) e io dissi "ci è venuto a salutare". Avevo cinque anni e tanti ricci. E un gatto grigio che mio non era, ma l'amore lo puoi dare anche a cose non tue, vero?
Nelle serate fredde d'inverno si arrampicava fino al davanzale fuori dalla mia finestra che io però non aprivo mai. Restavo con la faccia appiccicata al vetro per ore, il nasino freddo. E anche lui non se ne andava. Quindi ogni sera io mi arrampicavo sulla sedia e per stare così e lo aspettavo. Anche se non posso ricordare bene con che frequenza questo succedesse, mi piace credere che avvenisse molto spesso. Correvo in cucina dai miei genitori, "mamma, Leo alla finestra!" e sorridevo. Poteva andare meglio?
Quando scendevo in giardino a giocare a palla, papà gli accarezzava la pancia e ogni tanto tornava indietro con qualche graffio. Rideva anche lui. Perché ti ha graffiato, papà? "Voleva giocare". 
Non mi ricordo nemmeno quand'è morto. So che mia madre mi disse che era stato preso. La vicina ebbe altri gatti, ma non li avvicinai mai.