mercoledì 1 agosto 2012

Trauma infantile #2: il gatto mangiato dal dragone.

Niente, volevo dirvi che oggi mi sento come il video in HQ sparato a tutto volume nelle cuffie del live al Coachella '12 dei Monkeys. Prendete e bevetene tutti. Non è il mio sangue, ma ci si sbronza uguale: http://www.dailymotion.com/video/xq7wri_arctic-monkeys-full-coachella-set-2012_music

Trauma infantile #2: il gatto mangiato dal dragone. 
Quand'ero piccola la mia vicina aveva un gatto grigio. Stravedevo per quella palla di pelo tanto che avevo chiamato anche un mio peluche come lui: Leo. Leo si arrampicava sul balcone di casa mia e ricordo che la notte in cui stavamo per partire per le vacanze col nostro camper era entrato in camera di mia madre (la quale aveva urlato come una disperata davanti a due occhi illuminati al buio. Satana, mamma. Hai chiaramente visto Satana) e io dissi "ci è venuto a salutare". Avevo cinque anni e tanti ricci. E un gatto grigio che mio non era, ma l'amore lo puoi dare anche a cose non tue, vero?
Nelle serate fredde d'inverno si arrampicava fino al davanzale fuori dalla mia finestra che io però non aprivo mai. Restavo con la faccia appiccicata al vetro per ore, il nasino freddo. E anche lui non se ne andava. Quindi ogni sera io mi arrampicavo sulla sedia e per stare così e lo aspettavo. Anche se non posso ricordare bene con che frequenza questo succedesse, mi piace credere che avvenisse molto spesso. Correvo in cucina dai miei genitori, "mamma, Leo alla finestra!" e sorridevo. Poteva andare meglio?
Quando scendevo in giardino a giocare a palla, papà gli accarezzava la pancia e ogni tanto tornava indietro con qualche graffio. Rideva anche lui. Perché ti ha graffiato, papà? "Voleva giocare". 
Non mi ricordo nemmeno quand'è morto. So che mia madre mi disse che era stato preso. La vicina ebbe altri gatti, ma non li avvicinai mai.

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