lunedì 18 giugno 2012

18 giugno /


Dici l'amore uccide
sono morto più di venti volte,
te continuerai a fuggire,
dimmi quand'è che mi diventi forte,
tieniti forte, quando tutto quanto crollerà
questa sabbia non basterà
contro il fuoco che hai,
so che è meglio se vai
però spero che resti, mi ami ma mi detesti.




Fa male l'amore, eh? Un casino di persone dicono che però ne vale la pena.
Insomma le lacrime, i denti stretti, i pugni al muro, tutto il veleno ingoiato vale un bacio. Un solo bacio.

 Io forse sono sbagliata, però.
Io non so perché ma di lottare non ho più voglia. Non ho più voglia di prendere treni, di pensare bene a quello che devo dire.
Non mi va di essere di qualcuno.
Eppure. Eppure forse.
Mentre ci penso mi arriva un tuo messaggio, «Guarda che ho capito che non ti vado a genio», e io ti vorrei rispondere in sacco di modi.
Ti vorrei dire che, guarda, non hai capito proprio niente. Che forse è vero, ogni tanto mi stai un po' sul cazzo ma comunque non mi importa. Io ti voglio qui.
Ti vorrei dire che sono passati nove mesi, più di duecentosettanta giorni ad aspettarti, e che io queste storie proprio non me le merito.
Potrei scriverti tante di quelle parole. Ma alla fine, come sempre, scelgo la risposta più vigliacca. «Ma che cazzo dici?». Ma che cazzo dici, eh? Il mare ti dà alla testa, hai i granelli di sabbia fra i ricci. E poi hai me, incastrate nei pensieri. Lo capisco da come parli, da come ci accarezziamo le mani nel mezzo dei tuoi discorsi.
L'altra sera ti ho detto «Siamo teneri.» e tu sei scoppiato a ridere. «Siamo pessimi, eh...» ho aggiunto poi. Perché la verità ci fa sempre ridere.
In realtà eravamo bellissimi. Ma mi sembrava stupido dirlo.


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